Recupero del sangue in chirurgia ortopedica
H.H. Mehrkens, W. Puhl
Motivi medici e obblighi legali impongono un trattamento attento e critico
del sangue e delle componenti ematiche in chirurgia ortopedica; per far fronte
efficacemente a queste esigenze si possono adottare varie strategie. La misura
principale è una tecnica chirurgica accurata. Inoltre, occorre stabilire
le indicazioni precise alla trasfusione di qualsiasi componente ematica, anche
accettando un certo grado di anemia normovolemica: questo può contribuire
a prevenire le complicanze tromboemboliche. Tutte le opzioni delle tecniche
di trasfusione autologa sono altamente raccomandabili e applicabili. Partendo
dall'emodiluizione normovolemica come principio di base, l'emodiluizione normovolemica
acuta preoperatoria, diversi tipi di predonazione autologa di sangue e il recupero
meccanico di sangue intra e postoperatorio dalla ferita devono essere associati
in un programma globale, sempre tenendo conto delle situazioni specifiche dell'ospedale.
Le strategie di recupero di sangue indotte da farmaci - per esempio, la somministrazione
di rhEPO e di antifibrinolitici o l'anestesia con ipotensione indotta - sono
meno importanti. Predisporre e praticare un programma di trasfusione autologa
così esteso richiede una stretta cooperazione e un accordo tra i chirurghi
ortopedici, gli anestesisti e gli specialisti di medicina trasfusionale. Con
gli sforzi opportuni, quasi tutta la chirurgia ortopedica maggiore di elezione
- eccetto la chirurgia settica e neoplastica - può essere effettuata
senza trasfusione di sangue omologo; questo non solo offre vantaggi clinici,
ma può avere anche un interesse economico.
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