Le artroplastiche trapeziometacarpali con impianti o protesi con cupola sono una delle opzioni offerte dal
trattamento chirurgico moderno della rizoartrosi. Questa scelta terapeutica deve essere preceduta da un preciso planning
preoperatorio clinico e radiografico e il paziente deve essere informato circa i vantaggi e gli svantaggi possibili di questa
tecnica. La scelta tra impianto e protesi con cupola dipende dal tipo di artrosi (trapeziometacarpale o peritrapeziale,
centrata o decentrata, dallo stato del trapezio e dalla sua qualità ossea), ma anche dall’età del paziente e dal suo stile
di vita. Le tecniche sono rigorose: la via di accesso (laterale o anteriore) dipende dall’abitudine del chirurgo e dal tipo di
materiale impiegato. È necessario utilizzare un materiale che sia stato validato dalla letteratura e assistere a uno o più
interventi eseguiti da équipe esperte, prima di procedere con questo tipo di artroplastica. Il postoperatorio comporta una
breve immobilizzazione, variabile in base all’esecutore, seguita poi secondo la maggior parte degli autori da una rieducazione
autoassistita, eseguita con un tutore rimovibile. La ripresa dell’attività lavorativa, ricreativa o sportiva varia da tre
settimane per le attività meno impegnative, a otto settimane per le attività che impegnano particolarmente la mano per
uso di forza, pinza pollice-digitale o grasp. Un monitoraggio clinico e radiologico è indispensabile per la diagnosi precoce
di eventuali complicanze. Le revisioni chirurgiche comportano l’asportazione dell’impianto o della protesi e la loro sostituzione
o la trasformazione dell’intervento in trapeziectomia con interposizione.