L’obiettivo di questo articolo è quello di proporre mezzi per ridurre e poi fissare le lesioni osteolegamentose dell’anello pelvico posteriore e della cerniera lombopelvica. Di seguito vengono presentate le tecniche di riduzione e di fissazione percutanea e successivamente le tecniche di riduzione e fissazione a cielo aperto, sacrococcigea e lombopelvica, così come i rischi inerenti a ciascuna. La fissazione sacrococcigea percutanea si basa sull’avvitamento ileosacrale il cui obiettivo è di assicurare la fissazione delle lesioni posteriori. Dopo localizzazione transcutanea, l’intervento si svolge sotto controllo scopico perioperatorio utilizzando le incidenze obliqua discendente (inlet), obliqua ascendente (outlet) e di profilo. Vengono descritte le fasi di questa procedura delicata così come i diversi mezzi di riduzione preoperatori. Qualora l’articolazione sacroiliaca non fosse ridotta o la fissazione percutanea rischiasse di essere insufficiente, è necessaria una fissazione a cielo aperto. L’accesso anteriore permette di ridurre l’articolazione sacroiliaca e di fissarla dalla finestra intermedia di una via ileoinguinale. L’accesso posteriore permette di ridurre l’articolazione sacroiliaca e di fissare fratture idonee a una tecnica di fissazione tramite una placca che collega il sacro. In caso di dissociazione lombopelvica, è necessaria una fissazione lomboiliaca. Essa consente la realizzazione di una laminectomia in caso di compressione nervosa e una attenzione particolare deve essere posta alla restituzione della lordosi lombare. Le indicazioni sono riassunte sotto forma di schema secondo il tipo di lesione topografica.